Airbus precipitato sul Sinai: ipotesi di attentato

La tragedia dell’Airbus russo precipitato sabato scorso sul Sinai non sarebbe stata causata da un cedimento strutturale o da un’avaria: la airbus sinaidinamica farebbe pensare ad un attentato.
Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica ed esperto di aviazione, spiega in un’intervista:
“Aeroplani come l’Airbus 321 sono costruiti in un modo tale da mettere al riparo da rischi come avarie o cedimenti. Naturalmente bisogna poi valutare caso per caso: occorre verificare se l’aereo in questione ha avuto incidenti in passato, se l’attività di manutenzione è stata sempre correttamente eseguita, ma l’ipotesi che il velivolo possa essersi spaccato in volo per un cedimento strutturale senza alcuna causa interna o esterna che l’abbia provocato resta, a mio avviso, largamente improbabile”.
Ma non solo: per Tricarico, è da escludere anche l’ipotesi di un missile sostenendo che, “a 9mila metri di quota arrivano solo missili a guida radar che perché funzionino servirebbe personale appositamente addestrato, di cui difficilmente i gruppi terroristici legati all’Isis dispongono”.
Resta valida, invece, l’ipotesi dell’ordigno esplosivo, portato a bordo da un passeggero kamikaze oppure piazzato nell’aereo prima della partenza.
Dagli accertamenti sulle scatole nere (una con i dati di volo, l’altra con le registrazioni audio) sembrerebbe che l’aereo russo non sia stato colpito dall’esterno e il pilota non abbia mai lanciato alcun Sos.
Mentre fonti dal Cairo rendono noto che non sono ancora state trovate tracce di esplosivi, la Russia e gli Usa non escludono l’ipotesi di terrorismo.
Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania, nel Marzo scorso, avevano già lanciato un allarme riguardo la pericolosità di sorvolare i cieli sopra la penisola del Sinai, raccomandando alle proprie compagnie aeree di non volare sul Sinai sotto la quota di 26mila piedi (7.904 metri).
Valentina G.

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